LA GRANDE FUGA.
Leggevo Salgari a sette anni.... un mondo fantastico!
Non ero dotata di paura purtroppo e la mia testa era piena di battaglie impossibili, poca l'aderenza alla realtà...
Fu così che mi sembrò del tutto naturale andare a cercare una famiglia che mi adottasse, presi il necessario: la bambola, la spazzola per i miei lunghi capelli, la magliettina nuova, un fazzoletto a pallini per avvolgere tutto come nei film più accreditati.
Andai a scuola e, all'uscita mi invitai a casa dell'amica Orietta, bimba educata, del nord italia, che aveva dei genitori bellissimi, non alzavano mai la voce, erano sempre insieme amorevoli e gentili.
I miei genitori, prossimi alla separazione, leticavano pesantemente tutti i giorni e i loro surrogati, tata, nonna, signora educatrice per le lezioni etc mi davano la sofferenza tipica di chi si sente abbandonato e appaltato. Tanto valeva ridurre i tempi.
Le due icone di genitorialità di papà e mamma di Orietta ebbero una leggera " increspatura di perplessità" ma, come cigni magnifici mi portarono senza commenti a casa loro.
I " traditori" chiamarono a mia insaputa i miei genitori che arrivarono prontamente.
Il maggiolone bianco della mamma mi inghiottì con tutti i miei sogni.
Il Babbo era accanto a lei. Aveva ancora le mani sporche di colori bellissimi, era un pittore.
UN SILENZIO insostenibile riempiva la macchina. La paura era stata troppa come i loro sensi di colpa... mi avrebbero potuto perdere per sempre.
...io agognavo un sonoro scapaccione che sentivo di meritare, ma loro niente.
Lo chiesi anche se me lo davano un bello schiaffo così si faceva finita... e loro zitti.
SILENZIO, SILENZIO, SILENZIO.
Non mi rivolsero la parola per qualche giorno. Questa è una delle esperienze che ha contribuito alla formazione di un NODO.
E questo nodo è dilagato nei miei vissuti lavorativi e affettivi causando forte ansia nell'attesa e nella relazione con figure autorevoli ma troppo gentili ed educate............
Il NODO della distanza....
Questo blog si propone di creare uno spazio libero da schemi precostituiti all'interno del quale sperimentare, raccontarsi, cercare di capire quanto dei nostri vissuti educativi ci portiamo dietro, nella relazione con i nostri figli come nell'interazione con il prossimo, attraverso automatismi, reattività, disagio. Lo strumento di lettura è il metodo maieutico volto alla trasformazione dei nodi comunicativi e conflittuali delle relazioni e alla ricerca di soluzioni sostenibili e condivise.
sabato 26 novembre 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento